La Madonna con il Cardellino: tra sogno e realtà
Oggi vorremmo parlarvi di un’opera del maestro Rocco Olivo Castracane, una tela raffigurante la Madonna con il Cardellino, collocata nella cappella della navata destra della chiesa della Madonna in Basilica. La tela fu iniziata nel 1981, conclusa nel 1983 negli Stati Uniti d’America e inviata appositamente a Villa Santa Maria, suo paese natale, nel 1987. Rocco Olivo raccontava che una notte sua madre gli apparve in sogno, esortandolo a dipingere un quadro dedicato alla Madonna in Basilica. Questo episodio, intriso di spiritualità e sentimento, lega profondamente l’opera alla sua storia personale. Nel dipinto, la Madonna appare seduta, avvolta in un manto blu cobalto intenso che risalta sul luminoso abito celeste. Il Bambino, nudo e sereno, è raffigurato con un cardellino tra le mani. Questo cardellino ha un significato simbolico rilevante nella tradizione cristiana: il rosso del suo petto richiama la Passione di Cristo e il sacrificio della Croce. Inserire questo dettaglio nella composizione collega il Bambino alla sua futura missione salvifica, in un delicato equilibrio tra tenerezza materna e consapevolezza del destino. Sullo sfondo, un elemento architettonico inaspettato cattura l’attenzione: una torre che non appartiene al paesaggio di Villa Santa Maria, ma richiama piuttosto una struttura di New York. Questo dettaglio potrebbe essere una sorta di ponte simbolico tra due mondi: il paese natale dell’artista e la città in cui visse e lavorò. Rocco Olivo raccontava che, nel dormiveglia, aveva immaginato il campanile della chiesa del suo paese, ma il ricordo si intrecciò con le immagini delle torri americane. Questo miscuglio onirico trova la sua rappresentazione nel dipinto, che diventa così una sintesi tra memoria e sogno. Osservando con attenzione il dipinto, si evidenzia la roccia appena accennata, simbolo di Villa Santa Maria. Questo elemento naturale, pur non predominante, aggiunge un ulteriore legame con il territorio e le radici dell’artista, sottolineando ancora di più l’intima connessione tra l’opera e il suo contesto d’origine. Dal punto di vista tecnico, la composizione è equilibrata, con una struttura piramidale che guida l’occhio dello spettatore verso la figura della Madonna e del Bambino, punto focale dell’opera. L’uso del colore è audace: i contrasti tra i toni freddi del blu e del celeste e il calore della pelle del Bambino creano un effetto visivo di grande intensità. La pennellata appare fluida e sicura, rivelando la padronanza dell’artista nel bilanciare dettagli realistici con elementi più stilizzati. La scelta cromatica, con tonalità vivaci e contrastanti, si discosta dalle opere ecclesiastiche più tradizionali, caratterizzate da colori soffusi. Questo approccio espressionista, tipico del maestro, suscitò qualche perplessità tra i fedeli, che trovavano poco armoniosi i toni accesi rispetto all’atmosfera della chiesa. Tuttavia, è importante ricordare che i dipinti di epoche passate tendono a scurirsi nel tempo, non solo per l’ossidazione dei pigmenti (in particolare quelli al cromo), ma anche per l’accumulo di fumo delle candele e l’esposizione ad agenti chimici che alterano le tonalità originarie. Inoltre, un elemento fondamentale della pittura tradizionale era l’uso della velatura, che non solo conferiva profondità ai colori, ma aveva anche una funzione precisa: dare maggiore risalto alla prospettiva aerea, creando un effetto di maggiore tridimensionalità e leggerezza nello spazio pittorico. Nonostante le controversie, questa tela rappresenta un omaggio profondo e personale: alla Madonna, alla madre dell’artista e a Villa Santa Maria, il luogo che gli diede i natali. È un’opera in cui sogno e realtà si intrecciano, rendendo visibile la fusione tra il mondo interiore e quello esteriore di Rocco Olivo Castracane.Avremo modo, più in là, di approfondire la figura di questo straordinario artista: architetto, pittore e fondatore del movimento artistico dell’Onirismo, una corrente che cerca di dare forma ai sogni e alle visioni, intrecciando memoria, emozioni e immaginazione in un linguaggio unico.
Tiziana e Mauro