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Tutto iniziò da quel finestrino. La storia di Kurt Rosenberg

Tutto iniziò da quel finestrinoGrazie al nostro amico Luciano Tinto, abbiamo avuto modo di entrare in contatto con Ugo Rosenberg attraverso uno scambio di telefonate. Dopo aver letto il suo libro, "Tutto iniziò da quel finestrino. La storia di Kurt Rosenberg", ci siamo immersi nelle vicende che hanno segnato la vita di suo padre, Kurt, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. In particolare, abbiamo deciso di raccogliere e sintetizzare alcuni aneddoti legati a Villa Santa Maria, un luogo che ha rappresentato un capitolo importante e toccante nella sua storia.
Tutto iniziò da quel finestrino. La storia di Kurt Rosenberg
È la notte del 13 aprile 1940. Kurt Rosenberg, ebreo polacco di appena 20 anni, figlio del Capitano Herman Rosenberg, viene trascinato fuori casa dalla NKVD, la polizia segreta sovietica. Insieme alla madre, al fratello minore e ad altre 40 persone, viene portato con un camion alla stazione di Leopoli. Nessuno sa dove siano diretti. Kurt, in un attimo di coraggio, decide di arrampicarsi e, senza pensarci due volte, si infila nel finestrino del treno e salta giù. Da quel momento comincia una vera e propria fuga verso l’ignoto.
La storia di Kurt Rosenberg, un ebreo polacco internato in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, è raccontata nel libro scritto da suo figlio, Ugo Rosenberg, edito da Libreria Croce di Fabio Croce. Questa opera è una preziosa testimonianza di uno dei periodi più bui della nostra storia. La vicenda di Kurt, e in particolare il suo internamento a Villa Santa Maria, ci offre uno spaccato di vita durante la guerra, raccontando non solo le difficoltà e le ingiustizie subite, ma anche momenti di straordinaria umanità. Kurt Rosenberg, tra l’altro, fu amico d’infanzia di Karol Wojtyła, il futuro Papa Giovanni Paolo II, un legame che aggiunge un ulteriore strato di profondità alla sua storia.
Abbiamo scelto di sintetizzare alcuni passaggi dedicati a Villa Santa Maria, il paese in cui Kurt fu internato, dove conobbe Don Euclide, il Podestà Roberto Castracane e suo fratello, il dottor Vincenzo Castracane, oltre a tanti cittadini che lasciarono un segno nella sua memoria. Il libro si legge tutto d’un fiato ed è una testimonianza imperdibile.
Villa Santa Maria: un rifugio inaspettato durante la guerra
Nel novembre del 1941, Kurt Rosenberg fu trasferito a Villa Santa Maria, un paese situato nella valle del Sangro, in Abruzzo. A differenza di Archi, dove aveva vissuto in precedenza, Villa Santa Maria gli apparve più grande e vivace. Fu alloggiato all’albergo "Risorgimento", in una piccola stanza senza finestre. Qui conobbe Don Euclide, il proprietario dell’albergo, e Don Giovanni, un anziano inglese che occupava una stanza più grande, con balcone. L’albergo si affacciava su piazza G. Marconi, ed era collegata ad essa tramite un passo carrabile e una scalinata. Nel cortile dell’albergo c’era un maiale, considerato il “tesoro” della famiglia del proprietario.
Nonostante la condizione di internato, Kurt trovò a Villa Santa Maria un ambiente inaspettatamente accogliente. La gentilezza degli abitanti e la tranquillità del paese gli trasmisero un senso di sicurezza, rendendo il periodo dell’internamento meno opprimente.
La vita a Villa Santa Maria
Via Roma, il cuore del paese, era lunga circa 300 metri e ospitava gli edifici più importanti: l’ufficio postale, una filiale della Banca Nazionale del Lavoro, il palazzo di giustizia con tribunale, la caserma dei carabinieri con una piccola cella di prigione. C’erano anche un bar, dove si potevano acquistare i quotidiani romani Il Messaggero e Il Giornale d’Italia, un negozio di alimentari e uno di scarpe. Tuttavia, a causa della guerra, i beni di prima necessità scarseggiavano, e il negozio di scarpe era quasi vuoto.
Nel tempo libero, gli internati cercavano di condurre una vita il più normale possibile, nonostante le restrizioni imposte dal regime.
La guerra si avvicina
Nel giugno del 1943, la tensione aumentò. L’11 giugno l’isola di Pantelleria si arrese agli Alleati quasi senza combattere, seguita nei giorni successivi da Lampedusa e Linosa. Intanto, sempre più persone fuggivano dalle grandi città per rifugiarsi a Villa Santa Maria, temendo i bombardamenti. La scarsità di cibo e beni di prima necessità divenne un problema sempre più grave.
Un episodio amaro
Durante questo periodo, Kurt iniziò a dare lezioni di tedesco a una studentessa dell’Università di Napoli, che si stava preparando per un esame di lingua. La ragazza era gentile e intelligente, e le lezioni si tenevano nel ristorante dell’albergo. Dopo alcuni giorni, però, la giovane tornò sconvolta: il Segretario del Comune, un fanatico fascista, l’aveva convocata per vietarle di avere contatti con gli internati. L’episodio amareggiò profondamente Kurt, soprattutto perché fino a poco tempo prima lo stesso Segretario mandava i suoi figli a lezione dal dottor Cytron, senza nemmeno pagarlo.
Un podestà di grande umanità
A Villa Santa Maria, comunque, la popolazione non era affatto ostile. Il Podestà Roberto Castracane, in particolare, si dimostrò una persona molto comprensiva e alla mano. Pur essendo iscritto al partito fascista, come la maggior parte degli italiani dell’epoca, cercava di restare lontano dalla politica. Possedeva un piccolo pastificio, che a causa della carenza di farina poteva lavorare solo pochi giorni al mese.
Dopo l'8 settembre '43, Roberto Castracane ebbe il coraggio di nascondere gli internati in un piccolo fabbricato di sua proprietà, lontano dall'abitato, provvedendo anche al loro sostentamento. A distanza di un mese li aiutò a passare il fronte. Per il suo coraggio e la sua umanità, nel 1978 l’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme riconobbe Roberto Castracane quale "Giusto tra le Nazioni", un titolo conferito ai non ebrei che rischiarono la vita per salvare quella degli ebrei durante l’Olocausto.
La fine del bridge e l’arresto di Bandler
Un altro evento segnò la vita degli internati a Villa Santa Maria: le partite di bridge a casa della signora Steinberg furono bruscamente interrotte. Una sera, Bandler, uno degli internati, fu arrestato dai carabinieri mentre rientrava a casa dopo una partita e condotto in Questura.
Villa Santa Maria fu per Kurt Rosenberg un luogo sospeso tra due dimensioni: da un lato, un luogo di internamento, dall’altro, un rifugio inaspettato. Se da una parte dovette affrontare le restrizioni imposte dal Regime fascista, dall’altra trovò un’accoglienza umana e un senso di normalità che lo aiutarono a superare le difficoltà della guerra.
Consigliamo vivamente di leggere questo libro: un racconto intenso e coinvolgente che permette di comprendere meglio un pezzo di storia vissuta da chi, pur privato della libertà, ha saputo trovare nell’umanità altrui un sostegno prezioso. Tutto iniziò da quel finestrino è disponibile nelle librerie e online, tra cui Amazon. Una lettura imperdibile per chi vuole approfondire le vicende degli internati in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Tiziana e Mauro
Nelle prossime settimane avremo il piacere di intervistare Ugo Rosenberg, l’autore del libro, per approfondire la storia di suo padre Kurt e i retroscena di questa straordinaria testimonianza.
EMAIL: info@teletiziana.it
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